Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i...
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Euskadi, un pareggio vittorioso

di Massimo Angelilli

Domenica 21 aprile, nel Paese Basco, circa un milione e ottocentomila persone erano chiamate alle urne per rinnovare il Parlamento. All’appello ha risposto il 62,5%, suddiviso tra le tre province di Bizcaya, Guipúzcoa e Álava. Una percentuale alta, se paragonata con l’ultimo appuntamento elettorale, quello del 2020 drammaticamente contrassegnato dalla pandemia. Molto più bassa invece, rispetto all’auge dell’80% raggiunto nel 1980, anno delle prime consultazioni dopo la transizione democratica. Nel sistema spagnolo, le elezioni regionali rappresentano un test estremamente significativo, al di là della influenza che potrebbero avere nella politica nazionale. È questa una lettura “classica” che, più o meno, si applica in...
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di Alessandro Iacuelli

La centrale nucleare di Sellafield, nel nord ovest dell'Inghilterra, è stata parzialmente chiusa dopo che sono stati rilevati livelli alti di radioattività. Lo scrive la Bbc sul proprio sito web. La struttura è la più vecchia e più grande d'Europa. Sellafield è stata la prima centrale nucleare al mondo a produrre elettricità, ma è fuori servizio dal 2003: il sito ospita numerose installazioni, di cui alcune in via di smantellamento, e viene utilizzato principalmente come magazzino per il combustibile nucleare esausto e altre scorie.

Al personale della centrale nucleare è stato chiesto di rimanere a casa. Nella centrale rimangono comunque i tecnici che stanno lavorando "normalmente" per permettere alla centrale di continuare a funzionare.

La società che gestisce il sito ha fatto sapere che non ci sono rischi per la popolazione e per i lavoratori: “I livelli di radioattività rilevati sono al di sopra del livello di radiazioni che normalmente si verificano ma ben al di sotto del livello che richiederebbe di prendere qualsiasi azione da parte dei dipendenti, dentro o fuori dal sito”, ha dichiarato un portavoce della società, senza fornire ulteriori informazioni.

Non è la prima volta che il polo impiantistico nucleare di Sellafield balza all'onore delle cronache, anzi: il “precedente” è anche uno dei più clamorosi del secolo scorso. Nel 1957, un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l’intera Europa, proprio come la nube di Chernobyl, ma stranamente ce ne siamo dimenticati, della nube inglese. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all’incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.

Il 30 gennaio scorso, la parte dell’impianto dove si sono registrate le anomalie è stata chiusa per permettere un’indagine accurata e gli esperti sono già sul posto. I responsabili della struttura hanno riferito che solo ai lavoratori “essenziali” è stato chiesto di presentarsi per i turni. La società ha aggiunto che la struttura “sta continuando a funzionare normalmente”. In particolare, gli addetti alla lavanderia, mensa e trasporti stanno lavorando normalmente, mentre alle persone che possono farlo è stato consigliato di lavorare da casa.

Il problema è stato descritto come “una condizione operativa” nella struttura di Sellafield. Tuttavia, è stato creato un perimetro di sicurezza a nord dell'impianto e viene controllato ogni edificio, come ha spiegato lo stesso portavoce. Il ministero dell'Energia ha annunciato di essere in stretto contatto con Sellafield e che non c'è ragione di pensare che l'entità del problema sia maggiore di quanto affermato dalla centrale.

Per carità, sarà anche vero quanto dichiarato dal ministero del Regno Unito, tuttavia ci sarebbe da far notare che in tema di sicurezza nucleare, la trasparenza e la completa informazione sono argomenti cruciali per non ripetere gli errori già commessi da tanti e, in tempi recenti, dalla giapponese Tepco a proposito della centrale di Fukushima.

Dichiarare che ci sono livelli di radioattività al di sopra della norma e non fornire altri dettagli, o peggio ancora creare un perimetro di sicurezza attorno all'impianto e definire il tutto “una condizione operativa”, non è semplicemente fuorviante; è tanto pericoloso quanto criminale nei confronti della popolazione non solo inglese, ma di tutta l'Europa, visto che una nube radioattiva è in grado di propagarsi per migliaia di chilometri.

Nelle ultime ore del 31 gennaio, un secondo comunicato stampa reso noto dall'ente di gestione dell'impianto, ha informato che non è mai avvenuta alcuna fuga radioattiva e che “Gli alti livelli di radioattività rilevati sul sito nucleare britannico di Sellafield non sono dovuti a una fuga proveniente dalla centrale ma alle elevate quantità nell'atmosfera del gas radon, elemento radioattivo naturale”.

In pratica, ci hanno raccontato che una nube di radon, perfettamente naturale ma radioattiva, è andata a posizionarsi, alla stregua della ben più celebre nuvola della casa della famiglia Addams, giusto sopra la centrale nucleare.

"I nostri rilevatori sono estremamente sensibili e rilevano qualsiasi anomalia; eravamo sicuri che la situazione non presentasse alcun rischio per i cittadini o il personale perché i livelli di radiazione rilevati, anche se superiori a quelli normali nell'atmosfera, erano comunque deboli" ha spiegato l'ente.

Nessuno mette in dubbio l'estrema sensibilità della rete di sensori di Sellafield, così come la singolare coincidenza di una nube di radon che va a stazionare esattamente sopra un impianto nucleare è, sì, singolare, ma non impossibile. Tuttavia, sovviene alla mente un lecito dubbio: per caso il picco di radioattività di Sellafield rilevato in questi giorni è destinato ad essere un altro dei tanti misteri?

L'augurio è che, su un tema delicato come quello della sicurezza nucleare, ci si decida una volta per tutte, per scelta politica, ad adottare dei criteri di trasparenza che ancora oggi non si vedono.


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