Il radon (Rn) è un gas nobile radioattivo, inodore e incolore, derivante da decadimenti successivi dell’uranio ed è presente in quantità diverse in tutta la crosta terrestre
(leggi Che cosa è ).
Non è percepibile con i sensi ma può essere rivelato con semplici strumenti di misura
(leggi Come si misura).
L’unita di misura usata per la concentrazione di Radon in aria è il Bq/m3. Il Becquerel (Bq) indica il numero di decadimenti che avvengono in un secondo. Quindi il Bq/m3 indica il numero di decadimenti di Radon che avvengono in un secondo in un metro cubo di aria.
L’esposizione al Radon negli edifici residenziali o di lavoro può aumentare il rischio di contrarre un tumore polmonare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Radon è la seconda causa di tumore al polmone, dopo il fumo di tabacco per i fumatori, mentre risulta essere la prima causa per i non fumatori (leggi tutto Gli effetti sulla salute).
L’esposizione al Radon può costituire un rischio per la salute soprattutto a causa delle radiazioni emesse attraverso il meccanismo di decadimento radioattivo quando il Radon si trasforma originando altri elementi radioattivi (i cosiddetti “ figli del Radon ”) che costituiscono il reale rischio per la salute.
Decadendo il Radon si trasforma prima in Polonio, poi in Piombo e Bismuto, atomi a loro volta radioattivi, ma non più gassosi che si mescolano al pulviscolo e vengono inalati con la respirazione. Le radiazioni in alcuni casi producono dei danni al DNA delle cellule, che, se non correttamente riparati dagli appositi meccanismi cellulari, possono evolversi in un tumore al polmone (leggi tutto Gli effetti sulla salute).
Il rischio è ovviamente proporzionale alla concentrazione di Radon a cui si è esposti.
Essendo un Gas nobile, il Radon non reagisce con altri elementi ed è per questo motivo che, dopo che si è formato nelle rocce, può diffondere e percorrere grandi distanze prima di decadere formando elementi solidi.
Il meccanismo principale che consente al Radon di penetrare negli edifici è la piccola depressione tra il suolo e l’interno delle costruzioni che ne provoca l‘aspirazione verso l’interno dell’edificio (leggi Come entra negli edifici). Anche i materiali da costruzione possono rilasciare Radon negli ambienti.
Aprire le finestre riduce solo momentaneamente la concentrazione di Radon, che però tornerà ad accumularsi non appena le finestre verranno chiuse in tempi e quantità dipendenti dalla zona e dai meccanismi di ingresso.
Gli aspiratori spesso peggiorano il problema perché, creando una maggiore depressione nei locali, se non esistono entrate d'aria idonee, aumentano l'infiltrazione dal terreno.
No, il Radon può accumularsi con concentrazioni variabili in tutti gli ambienti chiusi, ma provenendo dal suolo normalmente la sua concentrazione è maggiore negli ambienti chiusi a diretto contatto con il suolo e quindi nei piani inferiori degli edifici .
(leggi Come entra negli edifici)
Sapere il valore della concentrazione di Radon nella propria abitazione è l’unico modo per valutare il rischio associato all’esposizione a questo agente cancerogeno.
Questa valutazione non si può fare attraverso la consultazione di “mappe” Radon della propria zona perchè dipende essenzialmente dalle caratteristiche del singolo edificio.
Anche in una zona identificata sulle mappe "a basso contenuto di Radon" si possono trovare abitazioni con alte concentrazioni di Radon (Mappa Provincia di Bergamo).
In Italia la legge fa obbligo della misurazione nei luoghi di lavoro e nelle zone con un'elevata concentrazione del Radon (vedi Luoghi di lavoro ) mentre per le abitazioni residenziali è solo raccomandata (vedi Abitazioni ).
No. L’unico modo per sapere quanto Radon c’è nella propria abitazione è misurarne la concentrazione al suo interno.
Le "mappe" Radon sono uno strumento utile solo per identificare zone con più alta probabilità di trovare edifici con elevate concentrazioni di Radon, ma non per prevedere quanto Radon c’è nella propria abitazione.
(esempio Mappa Provincia di Bergamo)
È possibile misurare la concentrazione del Radon nella propria casa utilizzando piccoli ed economici rivelatori, detti dosimetri, da posizionare in uno o più locali (vedi Come si misura).
Una singola misura di Radon, effettuata con dosimetri a traccia CR39, ha generalmente un costo di poche decine di euro.
Per ottenere una misura significativa della concentrazione di Radon è necessario esporre i rivelatori per un periodo di alcuni mesi al termine del quale vengono inviati a un laboratorio certificato per le analisi (vedi Come si misura).
L’entità del rischio non dipende solo dalla concentrazione di Radon a cui è esposti, ma anche da quanto dura l’esposizione. L’aumento del rischio è stato stimato per esposizioni di Radon protratte per lunghi periodi di tempo dell'ordine di 25-30 anni (vedi Effetti sulla salute).
L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore polmonare attribuibili all’esposizione al Radon è compreso tra 1.000 e 5.500 ogni anno su un totale annuale di circa 32.000 tumori polmonari.
(vedi Gli effetti sulla salute).
Il rischio di sviluppare un tumore al polmone aumenta in modo lineare con la concentrazione di Radon. Non c'è una concentrazione al di sotto della quale il rischio sia zero per cui, anche concentrazioni basse di Radon possono far aumentare, anche se lievemente, il rischio di tumore al polmone.
( vedi Effetti sulla Salute )
Si, il rischio di contrarre un tumore polmonare è 25 volte più alto per i fumatori (vedi rapporto OMS " WHO handbook on indoor radon: a public health perspective ").
Si può misurare la concentrazione di Radon nella propria abitazione e, nel caso risultasse elevata, ridurla attraverso azioni di bonifica. Nel caso di nuovi edifici si possono intraprendere semplci azioni in fase di progettazione e costruzione dell’edificio.
(vedi Come si può allontanare)
Il valore della concentrazione media nazionale, stimato nell’ambito della prima indagine nazionale degli anni 89-98, è risultata circa 70 Bq/m3. Tale valore è più alto rispetto alla media mondiale, valutata intorno a 40 Bq/m3 (vedi Dove è più diffuso ).
La situazione delle varie regioni è molto eterogenea, con concentrazioni medie inferiori a 30 Bq/m3 (Basilicata, Calabria, Marche) fino a concentrazioni superiori a 100 Bq/m3 (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio) (vedi Mappa Italia ).
Anche all'interno di una stessa regione i valori misurati nei singoli edifici (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro) variano notevolmente, da pochi Bq/m3 ad alcune migliaia di Bq/m3.
Non esiste un modo di prevedere la concentrazione di Radon nella propria abitazione, anche conoscendo le medie dell'area in cui si vive. L'unica possibilità è la misurazione con opportuni rilevatori (vedi Come si misura).
Un "laboratorio idoneamente attrezzato" per misure di Radon è un laboratorio secondo quanto prescritto dalle Linee Guida Regioni - Province Trento e Bolzano dalle seguenti caratteristiche:
Falso.
Tutte le abitazioni con problemi di Radon possono essere bonificate utilizzando tecniche e materiali idonei (vedi Come si può allontanare)
Se stai acquistando un'abitazione richiedi al venditore il certificato di analisi Radon soprattutto se esistono dei piani interrati o a piano terreno ad uso residenziale.
Se il certificato di analisi esiste verifica che l'analisi sia stata effettuata secondo modalità corrette e che l'abitazione non sia stata successivamente modificata; se non esiste o l'abitazione è stata modificata nel tempo, fai fare il test prima di acquistarla.
(vedi "Come si misura")